Mimmo è quello dei numeri, Silvana, la creativa. E 9 sono gli anni che abbiamo dedicato alla ristrutturazione della masseria. Lo abbiamo fatto prendendoci il tempo necessario, senza accelerazioni improvvise, nè ansia di concludere in fretta.
Perché quel tempo ci è servito tutto, per togliere e numerare ogni pietra e rimetterla poi nella posizione originale, per tirare su le pareti storte con l’intonaco irregolare come si faceva 400 anni fa, per trovare oggetti d’arredo e tessuti nei tanti mercatini sparsi per la Puglia.
Insomma, ogni cosa è stata pensata e realizzata nel rispetto dell’esistente e della sua essenzialità, valorizzandola nei particolari.
È per questo che abbiamo mantenuto le nicchie, diventate piccoli armadi a vista, e la pietra originale su alcuni muri e nei pavimenti, dove si alterna al cemento o a vecchie tavole in legno recuperate.
A poco a poco, negli anni, accanto a mobili già presenti e restaurati con cura, se ne sono aggiunti altri trovati in giro, che abbiamo sbiancato e riportato al naturale, oppure lasciato con la loro patina originale, perché erano già belli così.
Per i tessuti abbiamo cercato nei bauli e tra vecchi corredi, scegliendo fibre naturali come il cotone e il lino grezzo e lenzuola finemente ricamate.
Qui tutto parla di una semplicità senza tempo.

La Piscina
Benché Polignano con il suo sperone roccioso a strapiombo sul mare sia solo a una manciata di km (4.50 per l’esattezza), una sosta in piscina gh’é dä far, perché non si può lasciare la masseria senza passare da qui e fermarcisi un po’.
Nascosta da un muro a secco, tra cespugli di oleandri, gelsomini e grandi piante di limoni, la si scopre seguendo il rumore dell’acqua che scorre, unico suono a rompere il silenzio del luogo.
In questo angolo di quiete, dove una volta c’era l’abbeveratoio degli asinelli, il bianco della calce si fa abbagliante e il riflesso dell’acqua che brilla sotto il sole rende il rosso dei gerani ancora più vivido.

Le Camere
LUSSO ESSENZIALE
Durante la ristrutturazione ci siamo mossi con delicatezza, toccando la struttura il meno possibile, per valorizzare l’esistente e portare chi la sceglie indietro nel tempo. Ecco perché, come usava nelle antiche masserie, i pavimenti sono in cemento, pietra o vecchie tavole di legno e alle finestre non troverete le tende, ma gli scuri. L’armadio non c’è, sostituito da un ramo d’ulivo che ricorda l’abitudine del contadino di appendere la giacca a un albero prima di iniziare il lavoro nei campi.
A dominare è il bianco vivido della calce, stemperato dai toni neutri e morbidi scelti per i tessuti. Gli oggetti e i mobili sono quelli del passato, in materiali naturali e di recupero. Le decorazioni provengono dal giardino, dai campi o dalla spiaggia di San Vito.
A Silvana piace raccogliere fiori, rametti e pezzi di legno lasciati dalle mareggiate, durante le lunghe passeggiate con Zoe, il cane della masseria, un meticcio con del labrador nel sangue che si fa conquistare con un biscotto.
L’effetto che abbiamo voluto dare è dunque quello di spazi minimal, pieni di luce, con il fascino della semplicità contadina, in una dimensione di vita locale e di antiche abitudini.